Fenrir Erebus
Ricercatore, necromante contemporaneo, guida nei misteri della soglia.

Fenrir Erebus
Fenrir Erebus è una figura di riferimento nel panorama esoterico contemporaneo, noto per il suo lavoro nel campo della necromanzia tradizionale e della comunicazione con l’aldilà, affrontata con rigore, profondità e rispetto. Studioso indipendente e praticante esperto, ha dedicato anni alla riscoperta e alla trasmissione di tecniche ancestrali legate al culto dei morti, alla ritualistica funeraria e all’analisi simbolica delle pratiche necromantiche nelle diverse culture del mondo.
Il suo percorso nasce da una vocazione autentica, nutrita da esperienze dirette e da un’intensa attività di ricerca sul campo, che lo ha portato a esplorare contesti rituali e cultuali spesso trascurati o fraintesi. Con un approccio che coniuga erudizione, pratica iniziatica e una profonda sensibilità etica, Fenrir Erebus ha riportato la necromanzia a una dimensione di sacralità, come arte di ascolto, riconciliazione e conoscenza dell’invisibile.
Collabora con studiosi, terapeuti spirituali e ricercatori internazionali, partecipando a seminari, conferenze e percorsi formativi incentrati sull’accompagnamento dell’anima, la memoria dei defunti e la relazione tra mondo visibile e mondo sottile. È autore di articoli, testi e contributi divulgativi che mirano a restituire dignità e comprensione a una disciplina troppo spesso ridotta a stereotipo.
Attraverso il suo lavoro, Fenrir Erebus propone un ritorno consapevole alla soglia, intesa non come barriera, ma come ponte: un luogo di verità, contatto e trasformazione.
Il percorso di Fenrir Erebus inizia precocemente: all’età di otto anni manifesta le sue prime facoltà medianiche, confidando alla bisnonna — una janara erede della tradizione popolare del Sud — di percepire presenze invisibili agli altri. Fu lei la prima guida, che lo introdusse ai rudimenti di un sapere antico: come riconoscere gli spiriti, come interpretarne i messaggi, scherzarci senza paura, ringraziarli con rispetto e, quando necessario, allontanarli.
Durante l’adolescenza, un nuovo tassello si aggiunge al suo cammino spirituale: a tredici anni, grazie al legame con una giovane colombiana e all’incontro con sua madre, Mambo devota al Voodoo, entra in contatto con il pantheon degli Loa e con le pratiche rituali afrocaraibiche. Dopo quattro anni di apprendistato e formazione, riceve il battesimo voodoo, sancendo il suo ingresso ufficiale in questa corrente spirituale.
A trentanove anni, spinto dal desiderio di approfondire ulteriormente il rapporto con le forze ancestrali, intraprende un nuovo percorso iniziatico sotto la guida di un Tata e di una Yaya, figure sacerdotali nel Palo Monte, un culto afrocubano di matrice congolese. Il suo impegno è volto al raggiungimento del sacerdozio, con la stessa dedizione e serietà che da sempre caratterizzano la sua ricerca.
